ELEPHANT DI GUS VAN SANT. ANALISI DEL FILM
- Valentina Morena
- 29 ott 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 20 mar 2021

Il film Elephant di Gus Van Sant ad una prima visione può sembrare disconesso e confuso: scene ripetute più volte, personaggi che non seguono un filo logico nei discorsi, un lasso temporale cha varia in base alla scelta del regista, portando lo spettatore a non riordinare le idee in maniera chiara e metodica. Una seconda visione aiuta maggiormente, porta ad analizzare sistematicamente ogni scena, valutando il personaggio, il suo carattere, la sua emotività, prestando più attenzione al susseguirsi degli eventi. Dopo aver segnato minuto per minuto ogni singola scena, inserendoci un titolo per identificarla, il libro "Elephant di Gus Van Sant, Logica e circuiti della ripetizione" di Giacomo Daniele Fragapane e Andrea Minuz mi ha accompagnato nell'analisi del film.
Decido di identificare il singolo personaggio in base al proprio cartello, di presentarlo e comprendere come le singole unità segmentali andaranno a determinare il susseguirsi degli eventi e se tra di esse sarà presente anche un punto d'incontro. Inizialmente i segmenti saranno semplici tra i percorsi dei singoli personaggi, ma ad un certo punto della narrazzione diventaranno complessi, andando ad accumulare simultaneamente più personaggi. Ciò a cui darò ulteriore importanza sono le sfasature temporali ed il libro a cui farò riferimento è "Elephant" di Luisa Farinotti. Il film è coperto totalmente da continue sfasature sotto forma di rallenty, quando il regista vuole farci concentrare su una parte saliente del film o quando, grazie ad un flashback, ci riporta indietro, facendoci capire il perché di alcune scelte da parte del personaggio di punta, Alex. Il tempo narrativo non corrisponde al tempo della rappresentazione, il tempo dell'attesa copre buona parte del film definendone l'inquietudine e la tensione latente. Le variazioni di percorso seguono uno schema preciso di anticipazioni e ritorni, la meccanica dei corpi diventerà la misura del tempo e dello spazio. Il corpo in movimento, consegna una posizione, la stessa che assume la macchina da presa, come quando le tre ragazze si girano per ammirare Nathan guardando dritte in camera, dandoci la sensazione di essere osservati.
La disgiunzione tra visivo e sonoro rafforzata dall'estraneità dei suoni dell'immagine, la sonata per pianoforte Al chiaro di luna di Beethoven è in contrasto con ciò che vediamo: una scena dimanica ed una distesa lenta ed avvolgente della sinfonia che verrà riproposta a fine film durante i titoli di coda. Per analizzare il rapporto tra figura e sfondo ho utilizzato il libro "Analisi del film" di Francesco Casetti e Federico Di Chio, studiando ed esaminando l'oggettiva irreale. L'immagine mostra una porzione di realtà in modo anomalo, comunicazione che va oltre alla semplice raffigurazione, i punti di vista emissivo e ricettivo sono espliciti, l'autore e lo spettatore si calano in un narratore, ossia il protagonismo della macchina da presa. Come nell'ultima sequenza, quando Alex cerca i due amanti, la sua figura è sfocata fino al suo arrivo, finché non verrà messa a fuoco per l'ultima e fatidica scena o quando vediamo il videogioco di Eric in prima persona, come se fossimo noi al computer. Infine, ho riordinato in base alla scaletta d'esame, i punti che mi venivano richiesti, cercando utilizzare una descrizione adeguata e scorrevole, per farmi comprendere al meglio, senza usare termini troppo ricercati che non mi appartengono, vista la mia prima esperienza di video-saggio. Il film lascia spazio al simbolismo, utilizzando la figura dell'elefante per richiamare un problema di cui tutti sono a conoscenza, ma che nessuno vuole affrontare. Questa spiegazione, è presente nel video-saggio, grazie ad una ricerca approfondita, sia su questo elemento che a metà film mi aveva incuriosita, sia sulla reale vicenda che aveva colpito la Columbia High School nel 1999. Questo film mi ha letteralmente commosso e mi ha spinto a fare ulteriori ricerche per capire quali fossero state le dinamiche di quel fatidico 20 aprile 1999, una storia triste e angosciante che ci fa aprire gli occhi su quali sono I problemi del mondo in cui viviamo.
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