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I, TONYA

Aggiornamento: 1 nov 2020


In un’America dove ciò che conta è l’apparenza, Tonya Harding non ci sta. Folle, arrabbiata e grintosa, fin da piccola intraprende, su volere della madre, la carriera nel pattinaggio artistico su ghiaccio. Nata a Portland, da una famiglia disagiata riesce a trovare nello sport una valvola di sfogo che le permette di diventare una pattinatrice di alto livello, anche se, data la sua poca grazia ed eleganza soprattutto negli abiti di scena, non riesce a sfondare mai completamente. Il 1991 sarà una data che segnerà per sempre la carriera della giovane pattinatrice, che, durante i campionati mondiali di pattinaggio di figura riuscirà a eseguire un triplo axel diventando la prima donna statunitense a compiere il grande salto.

Seppur la carriera agonistica comincia a dare i suoi frutti, la vita personale della Harding non è lo stesso: fuggita da una madre violenta, si lancia tra le braccia di Jeff Gillooly che man mano si rivelerà molto aggressivo e le violenze, anche in questo caso, saranno all’ordine del giorno.

Un biopic che racconta la storia vera di Tonya Harding e del caso Kerrigan, avvenuto nel lontano 1994, che vide la pattinatrice e collega Nancy Kerrigan aggredita dopo un allenamento in preparazione ai Campionati nazionali.

Margot Robbie veste in maniera eccellente i panni di Tonya, riuscendo a riportare sullo schermo il carattere tenace e fuori dagli schemi della protagonista, affiancata da Sebastian Stan, nel ruolo del marito e da Allison Janney nei panni della madre LaVona.

Una fotografia e un montaggio a dir poco stupendi e la scelta di alcune musiche tra cui Goodbye Stranger dei Supertramp, utilizzata in una scena drammatica in particolare, dona al film quel qualcosa in più che lo rende unico nel suo genere.

Una storia che non smette mai di stupire, nemmeno nel 2017, quando la verità sembra stare sempre nel mezzo e l’unica cosa sulla quale non si può metter bocca è il coraggio di una donna che è riuscita a ricominciare.


Voto: 9

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