top of page

LE ANIME DEL FIUME

Aggiornamento: 21 apr 2021

12 aprile 2021

di Valentina Galdo


L’intervista alla sceneggiatrice Erica Grattoni e al regista Gianluca Fioritto racconta il backstage del film Le anime del fiume. Un film che non è ancora uscito al cinema e non è stato presentato a nessun Festival, ma racchiude in semplici parole la passione, la dedizione e l’amore per la settima arte. Un’intervista doppia che svela le location, la ricerca dei costumi, la scelta di un titolo così simbolico e ci spiega come i ricordi, i racconti e le leggende siano sì, ancorati al passato, ma legati eternamente al presente.



Di seguito voglio riportare la testimonianza diretta di Alessandro Zuliani, prima comparsa e poi montatore video, che ha preso parte al progetto: “A fine 2018 avevo appena finito il mio tirocinio sul set di Paradise di Davide del Degan, quando ho letto su Facebook un annuncio: si cercavano comparse per una scena di combattimento in un film medievale. Ancora galvanizzato dall’esperienza precedente, ho risposto immediatamente al post e da lì a poco ho conosciuto il regista, Gianluca Fioritto. Parlando con lui gli ho spiegato un po’ quale fosse il mio percorso di studio e la mia esperienza in ambito cinematografico.Sono stato fortunato perché Gianluca si è subito fidato di me e mi ha coinvolto in pieno nel progetto, prima affidandomi qualche ripresa e infine chiedendomi di montare tutto il film. Inizialmente devo ammettere che è stata un po’ una sorpresa, ma con il tempo ho capito: Le anime del fiume è un progetto vasto. Tante comparse, tante location, tante ore di preparazione. Insomma, ogni aiuto era più che gradito. Io l’ho vista all’inizio come un’opportunità per continuare a imparare e così è stato. Tuttavia, andando avanti con i lavori ho avuto modo anche di godere dell’amicizia di Gianluca e di Erica, la sceneggiatrice del film. Non è stato un lavoro privo di imprevisti; ma dopo quasi quattro anni di lavorazione il film è quasi concluso e io posso dirmi soddisfatto di aver fatto la mia parte. Si è trattata di un’esperienza gratificante che spero di potermi portare dietro, nella ricerca di un mio posto nel mondo del cinema professionale.




Il film Le anime del fiume è scritto da Erica Grattoni e diretto da Gianluca Fioritto. Raccontatemi un po' la vostra storia e cosa vi ha portato ad appassionarvi alla scrittura e alla regia.

Erica: « Ho iniziato a scrivere fin da bambina, trovavo nella scrittura un modo per rievocare il passato e poter, grazie all’immaginazione, ricreare una storia. Una storia che poteva essere interpretata in maniera diversa ma soprattutto libera. Il racconto, inizialmente, si concentra su Caterina, ma poi la scrittura ha preso il sopravvento e la famiglia si è allargata con nuovi personaggi e nuove dinamiche.»

Gianluca:« Tutto comincia dalla passione per la fotografia. Ricordo che alle scuole medie, quando andavamo in gita, qualsiasi cosa che catturava la mia attenzione doveva essere immortalata. Il potere della fotografia è questo, cogliere un attimo, custodirlo e viverlo in un secondo momento, ricordando le emozioni di quella esperienza. Nel corso degli anni, però, ho capito di quanto mi sentissi più mio agio dietro la telecamera, come se riuscissi ad esprimermi meglio. La passione per la regia è nata così. Inoltre, mi sono appassionato in modo quasi viscerale alla natura folkloristica friulana. Le anime del fiume è un film su concetti leggendari friulani, storie di streghe, viandanti, malefici, il tutto con annotazioni storiche realmente accadute.»


Perché avete deciso di intitolare il film Le anime del fiume? Si può dire che il titolo voglia racchiudere in quattro semplici parole il significato simbolico del film?

Erica: «Sì, certamente. Il nostro protagonista, infatti, intraprende questo lungo viaggio e in ogni luogo che visita si ritrova sempre accanto ad un fiume. La storia parla di anime, anime che non trovano pace perché nessuno le ha mai viste morire e nessuno le ha mai piante, costrette a vivere nel limbo. Questi non erano solo dei racconti ma anche le paure che recepivo dal parlare con mia nonna. Non tanto la paura di morire ma del rimanere intrappolati e non riuscire a passare oltre.»


Il film dov’è ambientato?

Gianluca: «Con questo progetto volevamo andare fuori dal confine per dare ancora più valore al nostro protagonista, infatti abbiamo girato in Veneto, per la precisazione presso l'Abbazia di S.Maria in Follina. Penso di parlare a nome di tutti se dico quanto ci siamo sentiti orgogliosi per la possibilità di girare all’interno delle mura dell’Abbazia. La prima concessione filmica ad un’associazione. Qualcosa di indescrivibile, oserei dire epocale. Tre giorni di lavoro intensi e bellissimi in un contesto meraviglioso. Altre riprese sono stata fatte a Molinetto della Croda, sempre in Veneto, e qui siamo stati la seconda compagnia filmica a poter girare nella valle.

Qualsiasi sia il progetto a cui stiamo lavorando, vogliamo entrare sempre in punta di piedi, cercando di rendere omaggio e valorizzando il luogo nel miglior modo possibile, compatibilmente a quello che vogliamo fare.



Il ruolo del fonico nei film è importante. Avete girato in presa diretta?

Gianluca: « Le anime del fiume è stato il primo film che abbiamo girato con un fonico reale perché volevamo dare un’impronta più decisa all’opera. Abbiamo utilizzato la presa diretta ma, alcune parti, le abbiamo riprese in studio. Seppur siamo una piccola produzione, ci tengo a sottolineare che coloro che hanno preso parte al film sono stati 164 attori. Sicuramente un numero non indifferente.»


Le anime del fiume è dunque un film storico-folkloristico. Raccontatemi della scelta dei costumi, come li avete ricercati e a chi avete fatto riferimento?

Gianluca: «Dal punto di vista filmico, ho voluto prendere spunto da dipinti di Caravaggio per quanto riguarda le ambientazioni, come le cortigiane e le osterie. Mi piaceva l’idea di dare una luce caravaggesca al film. Per gli abiti più nobili abbiamo fatto riferimento a Luca Cistriani un sarto bravissimo che crea abiti di scena rinascimentali.»

Erica: «Sicuramente, a monte, è stata fatta una grande ricerca anche grazie all’aiuto del Presidente dei nostri popolani. Alcuni di loro avevano già dei costumi di base, mentre gli abiti dei frati li ho creati io. La ricerca del materiale non è stata facile in quanto i tessuti, essendo fatti a macchina, risultano molto lucidi. Come per le location è fondamentale trovare luoghi non contaminati da inserimenti moderni, anche per i tessuti serve qualcosa che non richiami eccessivamente la modernità.»


Quanto sono durate le riprese? Avete avuto difficoltà data la pandemia?

Gianluca: «Allora, la ricerca storica è iniziata nel 2017 mentre le riprese sono iniziate il 21 gennaio 2018. Data la pandemia abbiamo rispettato le ristrettezze imposte dal Governo e siamo riusciti a girare l’ultima scena l’8 agosto 2020. Per fortuna non mancavano scene con tantissime persone, credo che in quel caso avremmo avuto maggiori difficoltà.»


A che fase della post-produzione siete arrivati? Quando e dove potremmo vedere il film?

Gianluca: «Attualmente stiamo lavorando sulle musiche del film, assieme ad un ragazzo che ha studiato a Los Angeles e ha creato diverse colonne sonore per i B-movies americani. È davvero empatico e diretto, una persona giovane, capace e ricca di conoscenza. A maggio andremo in studio a musicare il film e verso la fine del mese sarà pronto. Aspetteremo che la pandemia allenti la presa per poterlo proiettare. Certamente, se il film arriverà nella sala cinematografica sarà un salto pazzesco. Magari al cinema Visionario di Udine,… chissà!.»

Comments


© 2022 by GVMagazine

bottom of page